Emilio Petrone
L’ad Petrone: «Una rete di 40mila punti per accedere a 500 servizi. Pronti a partecipare al risiko, nel 2015 giro d’affari verso i 15 miliardi»
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Troppe tasse, dottor Petrone?
«La tassazione sugli apparecchi da intrattenimento l’anno passato è stata innalzata e quest’anno, nella Legge di Stabilità, è previsto un ulteriore ritocco al rialzo. Due aumenti in due anni, rispetto a quelle che erano le concessioni concordate e firmate, creano incertezza. Siamo un’azienda italiana, ma dobbiamo convincere i nostri azionisti internazionali che l’Italia sia ancora un’opportunità migliore rispetto ad altri Paesi».
Come affrontate la situazione?
«Con l’innovazione e la diversificazione. Nel settore del gioco sta andando bene la parte digitale, dove abbiamo lanciato diverse novità nelle scommesse online, anche da smartphone. Si è rivelata vincente anche l’apertura di punti vendita a gestione diretta».
Poi c’è l’altra metà del business.
«Dal 2008, anno in cui sono arrivato in azienda, abbiamo aperto ai servizi di pagamento per bollette, bolli auto, telefonini e così via. L’idea è piaciuta ai consumatori che oltre ai centri gestiti da noi, possono contare sui bar e sulle ricevitorie».